Pian d’Ivo snaturato dalle auto

Il Centro visita del Parco Regionale del Corno alle Scale si trova a Pian d’Ivo, appena prima del santuario di Madonna dell’Acero, salendo da Lizzano in Belvedere verso il rifugio Cavone.

Sulla strada provinciale, c’è un ampio spazio per parcheggiare le auto, ma nella scorsa stagione è stato consentito l’accesso, e il posteggio, anche a ridosso del Centro visite, con i risultati descritti nella lettera aperta di Erica Brunini, che abbiamo ricevuto al nostro indirizzo e che volentieri pubblichiamo qui sotto. Ci impegnamo ad evitare che nella prossima stagione estiva si ripeta la stessa situazione.

«Pian d’Ivo è un luogo straordinario, fuori dal comune per le sue caratteristiche: vicino alla strada e comodo da raggiungere, ma immerso nel bosco come se la strada non esistesse; spazio aperto, ma protetto, strutturato in modo da lasciare grande libertà, senza pericoli; inclusivo, grazie alla pista per disabili che accede dalla strada; godibile e adatto a tutti, ricreativo, ludico, capace di infondere serenità.
La scelta di sacrificarlo per permettere il parcheggio a qualche auto in più, lo ha completamente snaturato. Ha perso immediatamente quell’aura di luogo isolato, appartato dal mondo e capace di concedere momenti ricreativi e di riposo.
Spariti i bambini che giocavano liberamente , le famiglie con le coperte sul prato, le sdraio di chi amava prendere il sole, i lettori, gli amanti dei picnic …
Solo alcuni, più caparbi di altri, hanno insistito per un po’ a difendere il loro diritto al relax, ma hanno dovuto capitolare di fronte alla polvere sollevata, al rumore, all’insistenza di chi voleva a tutti i costi anche il loro spazio perché “in fondo alla strada c’era una P”.
Meraviglia e sconcerto per molti trovare Pian d’Ivo in questa situazione; stupore in molti casi anche da parte degli stessi automobilisti che chiedevano increduli se “veramente potevano parcheggiare in un posto così!”.
Credo che, oggi più che mai, sia necessario e doveroso salvaguardare e valorizzare luoghi unici come questo. Credo che tutti noi dovremmo cominciare a fare i conti con problemi sempre più evidenti che riguardano l’ambiente e quindi, inscindibilmente, noi stessi, anche a scapito di un po’ di comodità in meno.
Credo che chi amministra il territorio non possa più procrastinare soluzioni assolutamente innovative, sempre tenendo fermo lo sguardo alla tutela del territorio, del paesaggio e del patrimonio che dovremo lasciare intatto o meglio ancora, migliorato, a chi verrà dopo di noi.
Sacrificare Pian d’Ivo (fra l’altro inutilmente, perché il problema delle auto sulla strada non è stato assolutamente risolto) non è, a parer mio, gestire un problema, ma solo un modo per scansare alcune critiche proponendo palliativi, creando per contro scontento e critiche feroci da un’altra parte.
Da osservatore privilegiato, presente a Pian d’Ivo per tutto il mese di Agosto come guida del Centro Visite, ho ritenuto doveroso segnalare queste osservazioni.
Ribadisco, come già fatto nella relazione finale della scorsa stagione, quanto un luogo con queste caratteristiche sia prezioso e quanto importante sarebbe valorizzarlo ulteriormente attraverso diverse proposte, per farlo conoscere il più possibile, così che tutti ne possano usufruire in modo sostenibile.
Da privato cittadino chiedo a gran voce che lo spazio di Pian d’Ivo sia riportato alla sua funzione ricreativa, senza compromessi

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